Il termine dieta può essere considerato in due modi: come regime alimentare, come l'insieme dei cibi consumati da una persona o da un gruppo di persone; oppure come regime alimentare ipocalorico, cioè come dieta dimagrante, quella che un soggetto segue quando si "mette a dieta".

"Mettersi a dieta" è una operazione inutile e fallimentare nella stragrande maggioranza dei casi.
Esistono decine di diete e migliaia di dietologi che prescrivono diete dimagranti, sono stati scritti centinaia di libri sulle diete più disparate, eppure tale approccio risulta fallimentare, alcune statistiche affermano che lo è quasi nel 90% dei casi, perché i soggetti che si sottopongono a una dieta riprendono nell'arco di 6 mesi il peso perduto. Perché tale tipo di approccio non funziona?

Dieta che non funziona: i motivi psicologici

Quando non siamo a dieta, siamo liberi di mangiare più o meno qualunque cosa, in ogni momento.
Il cibo rappresenta per quasi tutte le persone una parte molto piacevole della propria vita.
Nel momento in cui ci si mette a dieta, sappiamo che dobbiamo mangiare meno e che non possiamo mangiare una buona parte dei cibi che mangiamo abitualmente.

Questo comporta un grande sacrificio, una privazione, e la cosa ci rende infelici.
Il cibo diventa qualcosa di molto prezioso e desiderabile, molto più di prima, e più diventa prezioso, più ne sentiremo la mancanza e più saremo infelici.

Questo processo scatena una reazione a catena che ci porta a desiderare sempre di più il cibo, finché non saremo costretti a cedere.

Quando non siamo a dieta, capita di saltare un pasto, o di fare un pasto molto piccolo per i più svariati motivi, senza che questo ci condizioni più di tanto.
Ma se questo accade quando siamo a dieta, ci sentiamo come in credito, in dovere di rimediare il pasto successivo, in diritto di placare quella voglia di cibo accumulata durante la dieta. 

Il senso di fame durante la dieta è amplificato da questa voglia latente di cibo accumulata nel tempo.

Per seguire una dieta fino al raggiungimento del risultato sperato occorre una grandissima forza di volontà, che in pochi hanno. Ma anche riuscendo nell'intento, il fallimento è sempre dietro l'angolo.

Cambia le abitudini mentali e nutrizionali

Una volta terminata la dieta, possiamo finalmente tornare a mangiare quello che vogliamo. Alcuni dietologi prescrivono una dieta di mantenimento, che è una dieta esattamente come quella dimagrante (si può solo mangiare qualcosa in più), cioè una dieta dove non possiamo mangiare quello che vogliamo.

Mangiare ciò che vogliamo significa tornare alle abitudini alimentari che ci hanno resi in sovrappeso, il che non potrà fare altro che farci tornare al peso precedente!
Il nostro peso dipende dalle nostre abitudini alimentari che determinano il nostro set point.
Se non modifichiamo tali abitudini, per mangiare meno dobbiamo comunque "metterci a dieta", cioè mangiare meno utilizzando la forza di volontà e non un meccanismo naturale.
Sarebbe infatti molto più semplice:

- capire perché le nostre abitudini alimentari ci portano al sovrappeso;

- capire che le nostre abitudini alimentari possono cambiare;

- e, infine, cambiare abitudini alimentari.

Il fallimento delle diete tradizionali ha determinato la nascita di molti modelli alimentari basati sul cambiamento delle abitudini: queste sono le diete che funzionano.
Ma anche in questo caso, non funzionano con tutti, perché se dimagrire per sempre "mettendosi a dieta" è impossibile, anche cambiare le proprie abitudini è tutt'altro che semplice.

Ti sei imbattuto in molte strategie alimentari, hai seguito influencer, blogger e filosofie che hanno messo in crisi le tue tabelle alimentari e il tuo stile di vita, hai provato anche ad andare a correre, in bicicletta e con gli addominali hai provato a snellire il grasso sulla pancia ma, nonostante tutto, non hai trovato il tuo peso forma e i centimetri sull’addome non diminuiti in modo sensibile.

Naturalmente non esistono diete univoche ed efficaci in egual misura per tutti ma, a volte serve un cambio di prospettiva che ci rimetta sulla giusta “visuale”!
Esistono molti falsi miti su alimentazioneattività fisica e dieta che spesso fanno vacillare i risultati di un programma di benessere.

Cerchiamo di indagare più a fondo alcune credenze su ciò che ci fa dimagrire.

La dieta low carb. La dieta a basso contenuto o a nullo contenuto di carboidrati spesso viene considerata una manna per i chili di troppo, peccato che dopo aver perso alcuni chili tu li abbia reintrodotti quasi subito. Perché? Quando elimini i carboidrati abbassi il metabolismo perché all’organismo viene a mancare la prima e più nobile fonte di energia: ecco che abbassando la spesa energetica tende a bruciare in generale meno calorie.

La dieta dissociata. Altra convinzione è che i carboidrati non vanno associati alla carne mentre in realtà abbinare le proteine alle fibre della verdura e ai carboidrati abbassa l’indice glicemico normalizzando la produzione di insulina spesso responsabile del grasso sul girovita.

Gli zuccheri fanno ingrassare. È vero in parte: abbiamo visto che eliminare del tutto gli zuccheri (i carboidrati) non è la scelta migliore a lungo termine e soprattutto provocherà un dimagrimento immediato che però non è possibile mantenere nel tempo.
Invece, è molto meglio consumare carboidrati complessi al posto dei carboidrati semplici tipo: pasta integrale e altri alimenti a basso indice glicemico come farro, fagiolini, legumi, cereali integrali.
Anche le arance, le mele e le pere sono zuccheri a basso indice glicemico: il vantaggio? Ritardano il senso di fame e riducono il picco insulinico responsabile dell’accumulo di grasso.

L’allenamento aerobico deve precedere quello anaerobico. Per bruciare di più sarebbe preferibile invertire questa sequenza: prima tonificazione, naturalmente preceduta dal riscaldamento, e poi attività aerobica in quanto in questo modo aggrediamo subito gli zuccheri per poi essere in grado di procedere bruciando i grassi.

Capita sempre più spesso di vedere persone che si presentano come professionisti del benessere o come coach per perdere peso.
La popolazione a cui si rivolgono chiaramente è la più variegata, come per esempio donne in gravidanza o che allattano, con la promessa di far perdere i chili di troppo in breve tempo.

Ci sono persone che non riescono a perdere peso non perché sono svogliate ma perché malate!
Avete mai sentito parlare per esempio di Disturbi del Comportamento Alimentare, in particolare di Disturbo da Alimentazione Incontrollata?

Ecco queste persone devono essere seguite da professionisti esperti che conoscono tale patologia e che sanno come curarla.
Queste persone non perdono peso o magari lo riacquistano dopo averlo perso con diete drastiche perché non viene affrontato mai l’aspetto psicologico che sta alla base.


Tra i fattori scatenanti e di mantenimento di tale patologia è possibile individuare un’intolleranza alle emozioni negative, come ad esempio ansia, rabbia, disperazione, noia, che possono essere provocate da molteplici eventi.


Se finora nessun tipo di queste diete miracolose ha mai funzionato, probabilmente nessuna di queste funzionerà mai. Bisogna dirlo.

Ma l’insuccesso non deve essere ricercato in voi stessi. Analizzate il problema a 360°, chiedete una consulenza a persone qualificate e attraverso un lavoro psico-nutrizionale sarà possibile affrontare il vostro problema adeguatamente.
Non lasciatevi incantare dalle promesse che vi vengono fatte; l’ennesimo insuccesso in cui potreste incorrere non farà nient’altro che gettarvi di più nello sconforto e vi convincerete che magari siete senza speranza. 

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