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Oggi si parla spesso del binomio mente-corpo, di disturbi psicosomatici e degli effetti dello stress e dell’ansia sulla salute fisica.
È ormai comprovato che alcuni disturbi fisici tendono ad essere più gravi se associati a determinati fattori psicologici negativi, come appunto alti livelli di ansia.
Tuttavia non è sempre chiaro o definito come mai i nostri stati d’animo e le nostre emozioni possano influire sul corpo e sull’espressione di determinati disturbi.
Molti addirittura sono contro a questo binomio che si influenza a vicenda e regna lo scetticismo circa la possibilità che siamo un tutt’uno e che una cosa, appunto, possa condizionare l’altra.
Confusione e ignoranza, sono in buona parte dovuti al modo in cui per moltissimo tempo è stato concepito l’essere umano nella società occidentale.
Come possiamo constatare da studi filosofici, l’uomo è stato “suddiviso” in due realtà distinte: il corpo e la mente.
Mentre il corpo ha a che fare con la realtà fisica tangibile, la mente ha a che fare con la realtà psichica, astratta e incomprensibile a volte, tanto da non pensarla troppo reale.
Da diversi anni, però, le ricerche in psicologia e nel campo delle neuroscienze hanno fondamentalmente smentito questa suddivisione.
Oggi non è più possibile suddividere la mente dal corpo scientificamente parlando, dal momento che si è scoperto che la mente è già corpo, influenza il corpo e a sua volta ne è influenzata.
In poche parole, più che mente e corpo, è utile pensare all’uomo come all’insieme globale delle due componenti, le quali si influenzano a vicenda. Come già accennato.
Ma come interagiscono mente e corpo? La risposta esaustiva e breve non esiste, ma possiamo però fare degli esempi per i quali vi è una reale interazione tra il corpo e la mente.
Effetti della mente sul corpo
Prendendo come esempio i sentimenti, uno tra tanti, quello più significativo forse e che ha maggiori ripercussioni sul resto, la rabbia, possiamo dire che un numero piuttosto consistente di studi ha riscontrato che le persone tendenzialmente inclini a sperimentare vissuti di rabbia e collera hanno una probabilità maggiore di sviluppare disturbi cardiaci.
Uno studio recente ha rilevato che i soggetti che manifestavano la rabbia in maniera più intensa avevano una probabilità due volte maggiore di sviluppare malattie coronariche e tre volte maggiore di sviluppare infarti, rispetto ai soggetti con una manifestazione più moderata della rabbia.
I ricercatori in ambito psichico, ritengono che la rabbia produca effetti negativi sul corpo aumentando le risposte attacco-o-fuga e stimolando l’asse dello stress (definito asse ipotalamo-ipofisi-surrene), il quale produrrà una serie di effetti neurochimici a cascata.
In parole più semplici, la rabbia intensa e prolungata stimola in maniera eccessiva le aree del corpo che normalmente ci aiutano a fronteggiare i brevi momenti di crisi.
La risposta di ansia, nervosismo e stress, infatti, è benefica se momentanea, ma diviene dannosa per l’organismo se persiste nel tempo, dal momento che una concentrazione eccessiva degli ormoni dello stress velocizza il processo di aterosclerosi.
Ovviamente da queste ricerche non si deduce che non si debba mai provare rabbia e che sia il male in senso assoluto. La rabbia è un’emozione, normale e umana tra le più primitive e quelle che, ahimè, risultano essere più provate.
In molti casi è, addirittura, funzionale. Essa diventa disfunzionale quando è pervasiva dell’intera vita emotiva della persona, quando è cronica e non più legata a specifiche situazioni di vita ma diffusa e adatta a ogni situazione e momento.
Lo stress, è anch’esso utile se di breve durata, poiché redistribuisce le cellule nel flusso sanguigno risultando fondamentale per l’organismo.
Il problema subentra quando lo stress dura per giorni se le cose nella propria quotidianità non cambiano.
Lo stress cronico influisce negativamente sul sistema immunitario, diminuendo il numero di linfociti e aumentando la probabilità di contrarre patologie varie, a seconda anche del proprio stile di vita personale.
Lo stress psicologico cronico riduce la secrezione da parte del sistema immunitario di ormoni normalmente utilizzati per combattere la risposta infiammatoria.
Il cortisolo, inoltre - il principale ormone dello stress - agisce su una tipologia di linfociti, ossia le più importanti cellule del sistema immunitario, riducendone la loro capacità di continuare a dividersi e quindi di essere disponibili nell’organismo per proteggerlo da agenti nocivi.
Questa risposta da parte dei linfociti è in genere associata ad una varietà di disturbi come l’HIV, l’osteoporosi, i disturbi cardiaci e i problemi legati all’invecchiamento. Incredibile non è vero?
Ma è la verità.
La psicosomatica ha individuato diversi disturbi che possono essere influenzati largamente dallo stress, e quindi dalla concentrazione di cortisolo nell’organismo.
Talvolta, quando andiamo dal medico per qualche problema, ci viene quasi da ridere perché sembra che lo stress sia la risposta a ogni malessere.
Ma è la verità, infatti si tratta persino di un fattore comune in sindromi gastrointestinali quali il reflusso gastroesofageo e la sindrome del colon irritabile; alcuni studi su animali hanno rilevato che lo stress può peggiorare il decorso della malattia di Alzheimer, velocizzando la formazione di lesioni cerebrali; può aumentare la probabilità di sviluppare problemi cardiaci.
Mente e corpo, un tutt’uno
È chiaro quindi che oggi ha poco senso pensare alla mente e al corpo come due realtà distinte.
Le emozioni, gli stati d’animo, lo stress, non sono concetti astratti ma neurotrasmettitori e ormoni che, circolando nell’organismo, influenzano a cascata il nostro sistema immunitario e le condizioni interne del nostro organismo.
Risulta abbastanza evidente, quindi, che prendersi cura della propria salute psicologica non avrà un effetto soltanto sul nostro stato d’animo, ma in generale sul benessere globale della nostra persona. È questa la fondamentale lezione della psicosomatica.
Come abbiamo visto, tra le varie conseguenze dello stress vi è anche l’alterazione del DNA e della sua capacità di auto-ripararsi, un fattore che può portare alla carcinogenesi cellulare e all’emergenza di altre patologie.
È stato scoperto che DNA danneggiato dallo stress post-traumatico veniva ripristinato dalla psicoterapia, così come i sintomi psicologici dello stress.
Questa ricerca si unisce ad altri studi che, in maniera simile, hanno riscontrato un effetto della psicoterapia anche a livello molecolare e cellulare.
Controllo del peso: la mente aiuta
Da quanto appena affermato, possiamo dunque arrivare a una conclusione che non sempre risulta ovvia: la mente può decidere le condizioni e le sorti del nostro corpo.
La parte mentale è strettamente legata a quella fisica. È per questo che prima di intraprendere trattamenti orientati esclusivamente al lato esteriore, con attività sportive o adeguando la propria dieta, sarebbe bene rendersi nella posizione di avere una mente idonea, pronta a intraprendere un certo percorso di dimagrimento e che, soprattutto, sia rilassata.
Talvolta il problema non è il problema stesso, ma è l’atteggiamento che si ha di fronte a tale difficoltà. E il comportamento, spesso, è veicolato da un impulso cerebrale che lo governa e decide come deve andare avanti.
È bene comprendere i reali motivi che si nascondono dietro a una perdita o a un aumento del peso, non attribuendo le responsabilità esclusivamente all’alimentazione o alle calorie ingerite.
Come poterlo fare? Affidandosi a un esperto specialista che possa accompagnare nel percorso idoneo al raggiungimento della corretta forma fisica e, soprattutto, a mantenerla nel tempo.
La mente è un forte strumento che, se coccolato e usato nel modo giusto, può produrre grandi risultati a tutto l’organismo.
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